Perché il costo dei trattori aumenta?
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Perché il costo dei trattori aumenta?

Okuma süresi (dakika):2
Costo dei trattori nuovi in crescita costante in un mercato, quello del "Nuovo”, che sta vivendo una fase di arresto. Ma cosa si nasconde nel prezzo di listino e quanto incidono i fattori endogeni di mercato?
“I trattori nuovi sono troppo cari”. Quante volte si sentono agricoltori o contoterzisti pronunciare queste parole rispetto alle ultime generazioni di trattori e più in generale di mezzi agricoli. Ma si tratta di realtà, di una suggestione comune o dietro il prezzo dei trattori ci sono delle reali motivazioni? Cerchiamo di capirlo scomponendo le principali voci di costo industriale di questi macchinari che poi portano a un determinato prezzo di listino.
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Costi industriali: l’aumento è trasversale
Negli ultimi anni, in effetti, il settore agricolo si trova a fare i conti con l’aumento dei prezzi delle macchine agricole, che non sta lasciando indifferenti gli utilizzatori finali, i potenziali acquirenti, che sono gli attori del rinnovo di uno dei parchi trattori più obsoleti, quello italiano, di tutto il Vecchio Continente. Per chi lavora la terra ogni giorno, l’acquisto di un trattore non è, ovviamente, solo una voce del Conto Economico, ma un investimento fondamentale per la produttività e la sostenibilità aziendale. Tuttavia, il binomio tecnologia-innovazione si traduce spesso barriere di spesa invalicabili, che molte realtà agricole, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni (di cui l’Italia è ricca), faticano a sostenere.

Dall’andamento delle immatricolazioni di trattori agricoli del 2024, emerge che, per gli agricoltori “Vecchio stampo” i fattori decisivi nell’acquisto di un nuovo mezzo sono la versatilità dei mezzi, la loro affidabilità, l’assistenza post-vendita e le opportunità di finanziamento pubblico. Mentre per i giovani agricoltori, più aperti a intercettare le nuove tecnologie necessarie e migliorare l’efficienza, è fondamentalmente il costo iniziale a rappresentare un ostacolo difficile da superare, specialmente per le aziende con fatturati più contenuti. La realtà dei potenziali acquirenti di tecnologia agromeccanica è così molto eterogenea: da chi considera l’innovazione una spesa eccessiva rispetto ai benefici, a chi sogna macchine più moderne ma deve inesorabilmente fare i margini per il reinvestimento in beni agromeccanici toppo risicati. La questione centrale resta quella della sostenibilità economica: senza un supporto adeguato, il rischio è che l’accesso alle nuove tecnologie rimanga un privilegio ad appannaggio delle sole grandi aziende, lasciando indietro le piccole realtà che costituiscono il cuore pulsante dell’agricoltura italiana.

L’impennata dei costi delle materie prime
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Il costo per cavallo: aumento netto
I prezzi dei trattori hanno subito incrementi significativi, con modelli che hanno superato la soglia dei 1.000 euro per cavallo di potenza. Un aspetto che spesso passa in secondo piano è che questi aumenti sono arrivati in ritardo rispetto alle impennate delle materie prime, indice che tutti i produttori hanno comunque tentato di assorbire parte degli shock iniziali. Negli ultimi mesi, con l’inflazione in lieve calo, il mercato potrebbe avviarsi verso una stabilizzazione, pur mantenendo i riflessi di un periodo di straordinaria turbolenza economica.
Non solo instabilità politica o dei mercati
Componenti meccaniche di ultima generazione

Se si immagina il trattore come un organismo composto da elementi necessari al suo funzionamento, allora uno dei suoi organi vitali (e costosi...), diciamo il suo cuore pulsante, è rappresentato dal motore, forse la voce più impattante sul prezzo finale dell’intera macchina. La "cavalleria” di un trattore e la sua raffinatezza tecnologica (necessaria a limitare i consumi o le emissioni) hanno inciso in maniera significativa sul costo finale del nuovo. Certo, i costi legati all’emissionamento sono stati più “sentiti” fino a qualche anno fa, quando la necessaria conformità allo Stage V delle alte potenze, aveva richiesto soluzioni motoristiche costose (sistemi di iniezione, Egr oltre che di post trattamento) ora parzialmente assorbite dalla progressiva standardizzazione dei processi industriali. I ritocchi dei listini relativi alle alte potenze sono dovuti quindi principalmente al passaggio alle motorizzazioni Stage V, oltre alle soluzioni elettroniche necessarie per la gestione dei motori stessi. Discorso leggermente diverso è quello relativo alle trasmissioni. Negli ultimi anni c’è stato un significativo spostamento della domanda verso cambi più evoluti. Le trasmissioni a variazione continua (CVT) hanno incontrato un sempre maggiore interesse da parte di agricoltori e soprattutto contoterzisti. Sono più comode da utilizzare ma soprattutto aumentano l'efficienza operativa dei mezzi, anche per la loro più alta compatibilità ai sistemi di guida autonoma e intelligente, inclusa quella che sfrutta l’ISOBUS o il Tractor Implement Management. Ma le CVT, a cui si affiancano anche le trasmissioni Powershift di ultima generazione, sono le trasmissioni più complesse, quelle con maggior ingombro, manutenzione specifica e, ovviamente, costi maggiori. C’è da considerare poi che motori e trasmissioni evolute hanno interessato non solo i trattori di alta gamma, ma anche trattori di media potenza, utility e compatti da frutteto e vigneto, rendendo ancora più impattante il surplus del costo tecnico sul prezzo di listino finale. In particolare, tra i trattori specializzati, aumentano soprattutto i prezzi dei modelli stretti da vigneto, su cui i costruttori hanno dovuto montare i più ingombranti motori Stage V in spazi non aumentabili, sostenendo investimenti in riprogettazione e produzione dei box motore. Al contrario, i prezzi dei modelli sotto gli 80 cavalli sono saliti meno che proporzionalmente: non hanno infatti richiesto l'installazione del sistema SCR per il post trattamento dei gas di scarico e quindi, neanche grandi interventi di riprogettazione del layout-macchina. Al terzo posto tra i costi di un trattore c'è sicuramente l'idraulica, che include soluzioni diverse dal sollevamento posteriore o frontale. Parliamo di sistemi idraulici smart, con elettronica e IoT sempre più integrati. Questa trasformazione digitale riguarda anche le macchine agricole. I moduli idraulici influenzano diverse aree delle macchine: vibrazioni, livellamento del terreno, trazione e controllo generale. Questi miglioramenti aumentano il prezzo di tutte le classi di trattori, anche quelli più semplici. Ad esempio, il miglioramento delle specifiche idrauliche per usare attrezzi più pesanti o più distributori porta inevitabilmente a un aumento del prezzo.

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Dalla Mother Regulation al "Ferro a peso d’oro”
Nel 2018 è entrata in vigore la Mother Regulation, che ha definito nuovi criteri di omologazione per i mezzi agricoli. Questo ha aumentato i costi di progettazione e industrializzazione. Tra il 2015 e il 2021, il prezzo dei trattori è aumentato complessivamente del 40%. Successivamente l’aumento dei costi strutturali trattore è, ancora una volta, salito a causa dell’aumento dei costi dei materiali metallici, in particolare quelli per gli acciai ad alta resistenza o per le leghe impiegate sui telai e assali che ne hanno migliorato le performance, ma hanno provocato costi produttivi maggiori.
Cabine premium anche sui gamma “Medio-bassa”
La cabina di un trattore rappresenta una componente fondamentale non solo per il comfort dell’operatore, ma anche per la sicurezza e l’efficienza del lavoro agricolo. Questa parte della macchina può incidere in modo significativo sul costo complessivo del veicolo, arrivando a rappresentare dal 15% al 30% del prezzo totale, a seconda del livello di equipaggiamento e delle caratteristiche tecniche scelte. La cabina di un trattore, del resto, è molto più di un semplice abitacolo: è un ambiente di lavoro che può fare la differenza in termini di produttività e benessere. Ogni scelta va quindi ponderata attentamente, valutando il bilanciamento tra investimento iniziale e benefici a lungo termine. Le voci di costo della cabina dipendono dal livello di tecnologia e comfort. La struttura, con materiali come acciaio rinforzato o alluminio, garantisce sicurezza senza appesantire il mezzo. Vetrature speciali, come quelle anti-abbagliamento o termicamente isolate, aumentano il prezzo. Il sistema di climatizzazione, con aria condizionata e riscaldamento automatico, è diventato essenziale, ma aumenta il costo. I sedili con sospensioni pneumatiche e funzioni di regolazione sono opzioni richieste, ma costose. I pannelli di controllo, display digitali, sistemi diagnostici e la connettività avanzata sono equipaggiamenti costosi. Anche i sistemi audio, con radio, Bluetooth e funzionalità avanzate, contribuiscono all’aumento del prezzo.
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Occhio agli optional utili... e meno utili
Oltre agli elementi di base, esistono molti altri optional che possono incidere ulteriormente sul costo. Tra questi troviamo le telecamere a 360 gradi per facilitare le manovre, gli specchi retrovisori telescopici o elettrici e riscaldati, i sistemi di guida autonoma o assistita e l’illuminazione a LED ad alta intensità per il lavoro notturno. Non solo, ultimamente sono entrati a far parte delle dotazioni cabina accessori sicuramente accattivanti derivanti dall'automotif (sistemi keyless, infotainment, o addirittura personalizzazioni sul colore) ma che fanno lievitare a dismisura i prezzi dei trattori. Non bisogna, a tal proposito, tralasciare un altro aspetto rilevante: a differenza di altri veicoli, il trattore agricolo, rispetto a un’automobile, presenta un maggiore grado di personalizzazione, ma al contempo una minore capacità di spalmare i costi industriali su una produzione di larga scala.
La Categoria 4: un must per gli specialistici
L’aggiornamento degli specialistici con allestimenti più ricchi e nuove tecnologie prima non presenti o comunque offerte come optional, è stata un'altra causa del ritocco dei listini. E proprio la cabina rappresenta un elemento chiave per il comfort dell’operatore, ma anche per la sua sicurezza. Le produzioni agricole, siano esse di natura tradizionale o biologica, necessitano dell’ausilio di fitofarmaci. Sia in forma liquida che polverulenta, i prodotti fitosanitari sono solitamente erogati in miscela con acqua mediante le irroratrici agganciate al trattore. Oltre che tramite i DPI (tute e mascherine omologate), la protezione dal rischio chimico dei prodotti fitosanitari può essere assicurata da specifici dispositivi di filtrazione che equipaggiano alcuni abitacoli installati sui trattori. Si tratta di cabine omologate “Categoria 4”, che prevedono il montaggio di filtri a carboni attivi. Per poter acquisire l’omologazione in “categoria 4”, è necessario che la cabina sia conforme a determinati requisiti, stabiliti dalla norma UNI-EN 15695-1:2018. In pratica, la cabina deve essere equipaggiata con un apparato di ventilazione dotato di uno (o più spesso due) filtri a carboni attivi, certificati per la protezione contro i principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari. Poiché il volume interno alla cabina non può essere a tenuta stagna rispetto all’ambiente esterno, per l’efficace isolamento dell’abitacolo dall’ambiente circostante inquinato, è necessario anche che la pressione dell’aria in cabina sia (leggermente) superiore a quella atmosferica, ovvero sia “pressurizzata”. Tale effetto viene di solito ottenuto con un impianto di ventilazione adeguatamente potenziato rispetto alla norma. È intuibile quanto un sistema di protezione-cabina di questo tipo incida sul costo di un trattore che di suo dovrebbe essere molto più a buon mercato rispetto a un trattore da pieno campo.
Impatto della tecnologia di assistenza alla Guida
Negli ultimi anni, il segmento industriale trattoristico agricolo ha assistito a un’evoluzione tecnologica senza precedenti, che ha migliorato la produttività ma ha anche inciso significativamente sui costi dei trattori stessi. In particolare, l’integrazione di sistemi di automazione e guida assistita nei trattori ha portato a un inevitabile aumento dei prezzi, giustificato però dai benefici in termini di efficienza e sostenibilità. Tralasciando per ora i sistemi di automazione e quelli di sensoristica spinta che comunque rappresentano il futuro di medio termine per i mezzi agricoli, andiamo a considerare i sistemi di guida satellitare che rappresentano ormai una voce di allestimento dei mezzi agricoli proposto praticamente da tutti i brand. Tutti i trattori di ultima generazione sono infatti disponibili, in fase di acquisto con pacchetti più o meno articolati di sistemi di guida, che garantiscono traiettorie precise e riducono le sovrapposizioni tra passate. Questi sistemi permettono di ottimizzare l’uso delle risorse, riducendo sprechi di sementi, fertilizzanti e fitofarmaci oltre che di migliorare l’efficienza, poiché con la telemetria e la gestione da remoto, l’agricoltore può monitorare il lavoro in tempo reale e intervenire tempestivamente. Tuttavia, questa tecnologia comporta un investimento significativo, soprattutto per quei sistemi completamente integrati che possono arrivare impattare sul prezzo finale del trattore per oltre dieci mila euro. Ovviamente se da un lato l’assistenza alla guida comportano una spesa iniziale più elevata, dall’altro non bisogna dimenticare che permettono di recuperare l’investimento nel medio-lungo termine grazie a una maggiore produttività e a un deciso sulle risorse e una riduzione dell’impatto ambientale. Inoltre, la “vita” economica di queste tecnologie varia dai 6 ai 10 anni, a seconda del tipo di coltura e delle operazioni svolte, offrendo un orizzonte temporale adeguato ad ammortizzare il costo.
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Quanto impatta la logistica sul costo finale della macchina?
Sul prezzo finale dei trattori impattano anche i costi di produzione e logistici che - pur essendo più bassi dei picchi del 2022 - condizionano ancora significativamente l'attività dei costruttori prima della fase produttiva e durante la spedizione dei prodotti finiti. Le tariffe per i trasporti via terra sono cresciute del 10% a livello internazionale e anche i costi dei trasporti via mare sono saliti perché i trasportatori pagano di più per metro di lunghezza del container. In generale, chi realizza trattrici negli stati europei o comunque in aree geografiche più sviluppate, affronta alte spese di produzione e di trasporto mentre chi ha gli stabilimenti dislocati in paesi emergenti, deve tener conto soprattutto dell'impatto economico delle spedizioni. Oggi sta meglio chi si autoproduce componenti in “casa” o chi si avvale di fornitori europei perché affronta costi di manodopera e fornitura più alti rispetto a chi costruisce in Paesi extra europei, a favore però di un vero 'Made In', sinonimo di elevata qualità. In definitiva, l’aumento del costo dei trattori è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui l’innovazione tecnologica, l’impennata dei costi delle materie prime, le normative ambientali e le richieste sempre più elevate di comfort e sicurezza. La digitalizzazione e la crescente sofisticazione dei mezzi agricoli hanno sicuramente portato a un miglioramento delle prestazioni, ma anche a un significativo aumento dei prezzi. Continua a seguirci per non perderti nessuna novità sul mondo delle macchine agricole!
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